A chi piace la classe dirigente più vecchia d’Europa?

montecitorioProprio ieri alla presentazione di uno studio della Coldiretti sono emersi dati molto interessanti sulla situazione del nostro paese e sull’identikit di chi comanda in Italia. Una classe dirigente che poco ha a che fare con i giovanie e molto invece con i riti di un tempo andato. Ma vediamo nel dettaglia cosa dicono i dati e poi per voi un piccolo sondaggio.
L’età media della classe dirigente italiana impegnata nelle politica, nell’economia e nella pubblica amministrazione è di 58 anni, la piu’ alta tra tutti i Paesi europei. E’ quanto emerge dal secondo report sull’età media della classe dirigente italiana, presentato nel corso dell’Assemblea dei giovani della Coldiretti e realizzato in collaborazione con il Gruppo 2013. Il forte ringiovanimento che ha interessato la classe politica impegnata nelle istituzioni non ha coinvolto – sottolinea la Coldiretti – i potenti impegnati nelle altre attività, che sono molto piu’ anziani  rispetto ai partner comunitari. A conquistare il triste primato dell’anzianità nel momento economicamente piu’ difficile per l’Italia dal dopoguerra sono – sottolinea la Coldiretti – le banche, che hanno una età media degli amministratori delegati e dei presidenti di circa 69 anni, addirittura piu’ elevata di quella dei Vescovi italiani in carica. Seguono da vicino i presidenti dei Tribunali delle città capoluogo di Regione, che hanno in media oltre 65 anni, con  9 casi su 20 che superano i 70 anni e solo 2 presidenti che hanno meno di 50 anni. A preoccupare particolarmente – conclude la Coldiretti – è anche il mondo della formazione, con i professori universitari italiani che hanno una media di 63 anni, i più anziani del mondo industrializzato. Un quarto dei professori ha più di 60 anni contro poco più del 10 per cento in Francia e Spagna e l’8 per cento in Gran Bretagna. Con il record della disoccupazione giovanile la crisi si aggrava perché non si rinnova la classe dirigente italiana e vengono a mancare idee, energie e risorse nuove fondamentali per la crescita del Paese”, afferma il delegato nazionale dei giovani della Coldiretti Vittorio Sangiorgio nel sottolineare che “la disoccupazione giovanile è uno spreco che l’Italia non può permettersi”.

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